mercoledì 30 agosto 2017

ROF 2017 La pietra del paragone

ROF 2017

LA PIETRA DEL PARAGONE



Adriatic Arena 11 agosto 2017, prima

A cura di Giosetta Guerra


Uno spettacolo di giovanile freschezza fatto da un ottantenne:

Pizzi val sempre una messa…in scena.





















Quattro tuffi in piscina nella villa del conte Asdrubale.


Un’elegante villa moderna dalle linee geometriche si sviluppa su due piani collegati da una scala a chiocciola interna; il piano superiore è circondato da un ampio terrazzo, sul quale si aprono grandi finestre con tende munite di cordicella per l’apertura/chiusura, il piano inferiore si affaccia su un ampio giardino con l’angolo conversazione e lo spazio piscina. 

La scenografia è quella che Pier Luigi Pizzi ideò 15 anni fa per la stessa opera al ROF, bella, elegante, luminosa, riadattata agli spazi più grandi dell’Adriatic Arena, con l’aggiunta di un po’ di colore e l’uso della passerella attorno alla buca orchestrale per l’azione scenica.


La villa di vetro del conte Asdrubale, dotata di tutti i confort, telefono compreso, usato nel primo atto per il duetto di Asdrubale e Clarice “Conte mio, se l’eco avesse”, è frequentata da amici di varia estrazione, pertanto all’eleganza dell’ambiente non sempre si affianca la nobiltà degli ospiti.
L’ambientazione moderna è la giusta scelta per una divertente satira di una società mai scomparsa di arrivisti e approfittatori, con intrecci di amori e d’interessi, di escamotage, sotterfugi e travestimenti, che la regia di Pier Luigi Pizzi rende frizzante e piacevolissima, con la giusta dose di humor, senso del ridicolo, ironia, senza mai scadere nella volgarità, potendo fare affidamento anche su un cast di giovani artisti padroni dell’arte del palcoscenico. Nel primo atto il regista sfrutta la fisicità di questi giovani tenendoli in costume da bagno o in tenuta sportiva, nel secondo li veste, con abiti normali gli uomini, con fantasiose coloratissime "mise" le due amiche/rivali, la baronessa Aspasia e donna Fulvia, che si muovono come le sorellastre di Cenerentola. I coristi, inservienti del conte, sono solo maschi vestiti di bianco, ma, per stare al gioco dell’ilarità, tre di loro sono abbigliati da donna. La marchesa Clarice, che ama sinceramente il conte, come confermato dalla pietra del paragone, ha abiti più sobri, belli ed eleganti.
Il conte Asdrubale, oggetto del desiderio delle tre donne, è un narciso palestrato che fa ginnastica sul balcone col vogatore e gira in costume da bagno attorno alla piscina, ostentando la sua muscolatura e la sua lucida "tartaruga" . Gli altri tre uomini, il poeta Pacuvio, il giornalista Macrobio, il cavalier Giocondo anch’egli poeta, sono gl’immancabili sfruttatori leccapiedi (molto attuale), che fanno pendant con le due svampitelle in cerca di marito. Poi c’è Fabrizio, un garbato maestro di casa, interpretato dal bravo basso/baritono William Corrò.
Naturalmente con questo caldo quattro tuffi in piscina sono più che naturali per chiunque, ma nessuno si aspetterebbe di vedere cantanti lirici che si tuffano e cantano, si fanno una nuotata e cantano, escono tutti bagnati e cantano. E, come se questo non bastasse, la fantasiosa creatività di Paolo Bordogna carica di comicità le situazioni, come quella di spogliarsi in diretta e rimanere in body luccicante per l’”Ombretta sdegnosa” e tuffarsi in piscina. 

Paolo Bordogna, che ricopre il ruolo del ridicolo poeta Pacuvio, è anche dotato di un bel mezzo vocale, duttile ed esteso, che si piega con precisione alle esigenze di un brillante ruolo di carattere.


Nella parte del presuntuoso giornalista Macrobio ben si destreggia il versatile baritono Davide Luciano con voce di bel timbro, ampia, robusta e sonora, con sostegno del suono nelle grandi arcate e abilità attoriale.


La vocalità del tenore russo Maxim Mironov, che al suo esordio io definii voce d’angelo, è perfetta per la delicatezza del giovane poeta Cavalier Giocondo, tipica voce del tenore di grazia di coloratura dal timbro chiaro e pulito, con suoni ben sostenuti specialmente nel registro acuto e sovracuto, ma anche nel canto mordido e negli sbalzi tipici della scrittura rossiniana. Applausi scroscianti per l’aria “Quell’alme pupille” del secondo atto.


Per il conte Asdrubale si cimenta il basso/baritono Gianluca Margheri, meglio nudo che vestito, rivelando bel colore vocale e buone agilità per il canto di sbalzo, suono pieno e corretto, uso appropriato della voce, ma il personaggio non esce scolpito.


Le due donne, che agiscono in coppia, cantano quasi sempre insieme. La baronessa Aspasia è il mezzosoprano Aurora Faggioli che ha un mezzo vocale di poco spessore, 

Donna Fulvia è Marina Monzò, un soprano brillante poco consistente in zona grave che svetta con facilità in zona acuta e acutissima ed esegue belle scale discendenti. 
Nel ruolo contraltile della Marchesa Clarice (che poi si traveste da Lucindo, suo gemello) il mezzosoprano Aya Wakizono esibisce un bel peso vocale, voce flessibile nel canto di coloratura, nelle progressioni in acuto e nei recitativi, dizione chiara anche nel sillabato, suoni densi e appoggi sicuri e pieni, anche se stringe sulla vocale "e" e sbianca i suoni gravi che diventano quasi parlati, del resto questo è un ruolo per contralto che insiste più in zona grave e la Wakizono è più possente in acuto, comunque complessivamente esce un bel personaggio.                                                                                                                                                   
                                                                                                                                                        Le voci sono ben amalgamate nei terzetti, nei quartetti, nei quintetti, in tutti i canti d’insieme compreso il coro del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, preparato da Giovanni Farina, che non ha molti interventi. C’è una buona complicità anche con l’orchestra.


L’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, diretta da Daniele Rustioni, procede nel rispetto delle dinamiche rossiniane. Nella Sinfonia d’inizio, non disturbata da movimenti scenici, come spesso accade coi registi moderni, la sezione archi entra nell’atmosfera rossiniana, danzante e leggera, mentre il tutto orchestrale gonfia ed incalza in un crescendo accattivante. La rapidità della musica è assecondata dalla dinamicità dell’azione, la morbida voce del corno sostiene il colloquio di Clarissa con il conte, entrambi sul balcone. La compagine orchestrale ammorbidisce i suoni nelle pagine delicate e nostalgiche, che non mancano in questo melodramma giocoso.
Le luci di Vincenzo Raponi mantengono una bella luminosità, gradevole all'occhio, che permette di cogliere anche le espressioni degli  artisti, oltre ai colori e le fogge dei costumi. Io non amo le scene scure dove tutto è celato.

Perplessità: i ruoli maschili sono scritti per basso tranne il tenore, i ruoli femminili per contralto (Clarice), mezzosoprano (Fulvia), soprano (Aspasia). Perché si cambiano i registri vocali?




Adriatic Arena - 11, 14, 17 e 20 agosto, ore 20.00
LA PIETRA DEL PARAGONE
Melodramma giocoso di Luigi Romanelli, musica di Gioachino Rossini
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Direttore Daniele Rustioni
Regia, Scene e Costumi Pier Luigi Pizzi
Collaboratore alla Regia Massimo Gasparon

Interpreti:
Marchesa Clarice Aya Wakizono
Baronessa Aspasia Aurora Faggioli
Donna Fulvia Marina Monzó
Conte Asdrubale Gianluca Margheri
Cavalier Giocondo Maxim Mironov
Macrobio Davide Luciano
Pacuvio Paolo Bordogna, 
Fabrizio William Corrò
Coro del Teatro Ventidio Basso
Maestro del Coro Giovanni Farina

Produzione 2002, riallestimento 

(Credito: Studio Amati Bacciardi)

martedì 29 agosto 2017

dr.gam a Senigallia

COMUNICATO STAMPA

dr.gam

“ANOTHER FAMILY live tour”

TORNA NELLE MARCHE


VENERDÌ 1 SETTEMBRE 2017

al KALAMARA 
di SENIGALLIA (AN)

Fa ritorno nelle Marche l'“Another Family live tour” del cantautore, chitarrista e produttore marchigiano dr.gam. Venerdì 1 settembre il live tour di dr.gam farà, infatti, tappa al Kalamara di Senigallia (AN) per una delle ultime date prima della partenza per la Spagna dove concluderà la parte estiva del suo “Another Family live tour”. Il concerto di Senigallia sarà trasmesso in diretta su Radio Arancia Network e Radio Velluto Senigallia.

È attualmente in radio “Ritmo ideale” (https://youtu.be/RoIVhjp0HAM), terzo singolo, per la prima volta in italiano, estratto dall’album “Another Family”, che racchiude tutto il percorso artistico di dr.gam: i tanti live eseguiti lungo lo stivale e all’estero, i suoi viaggi, le sue collaborazioni con numerosi musicisti di molte parti del mondo e la sua ricerca compositiva.

ANOTHER FAMILY”, di cui dr.gam è anche produttore, è un disco poliedrico composto da dodici tracce pop con contaminazioni reggae, jazz, funky e rock. L’album, frutto di quattro anni di lavoro in studio con musicisti italiani ed internazionali, verrà ristampato prossimamente in USA e Canada. 

«Ho avuto sempre la visione del mondo come la nostra casa e noi tutti facenti parte di una grande famiglia - racconta dr.gam - più dinamica, stimolante, varia, costruttiva, piena di differenti amori e colori, che anche se vissuta appieno per tanto tempo non possiede le insidie della gabbia o del clan che invece la famiglia classica può nascondere. "Another Family", in generale, è un concetto che non ha bisogno di troppe spiegazioni per chi, come me, la famiglia canonica non se l'è mai formata e nel peregrinare di luogo in luogo, raccogliendo pezzi di vita condivisi con iniziali sconosciuti, si è creato la sua "altra famiglia"».

È disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e sulle principali piattaforme di streaming “ANOTHER FAMILY(edizioni Lungomare srl-Jois snc/distribuzione Universal), il primo album di inediti del cantautore e produttore marchigiano dr.gam (Andrea Gamurrini). 
dr.gam è il nome d’arte del cantante, chitarrista, compositore, autore e produttore marchigiano Andrea Gamurrini, dove il cuore del nome e la testa del cognome vengono scelti come essenza della parte più passionale e quella più razionale, la più intima e la più cerebrale di un mondo svelato in entrambe le sue facce. Nato a Fano ma riminese d’adozione, la passione per la musica inizia all'età di cinque anni con lo studio della lingua inglese e del pianoforte per poi proseguire con la chitarra classica all'età di dieci frequentando il conservatorio "G. Rossini". Di lì a breve comincia ad avvicinarsi ad altri generi musicali venendo totalmente rapito dal multiforme universo sonoro anglo-americano, e giovanissimo, si stabilisce a Rimini dove inizia una serie di collaborazioni con innumerevoli musicisti italiani ed internazionali, comparendo in diversi albums e compilations. Nel 2012, dopo un tour tutto italiano di 120 date durato due anni conseguente all'uscita dell'album live "The New Medicine Show" (Vallemania Records), inizia anche il suo percorso di produttore, inaugurando gli studi della "White Coal Productions". Contemporaneamente, sotto la guida di Velio Gualazzi (padre di Raphael Gualazzi) che lo scopre durante un live, inizia a lavorare al suo primo album di inediti "Another Family", uscito il 25 novembre 2016 con distribuzione Universal Music.



Milano, 29 agosto 2017


Ufficio Stampa: Parole & Dintorni – Gabriele Compierchio (gabriele@paroleedintorni.it)
Promo Radio: Tune Fit – Stefano Predolin (stefanopredolin@yahoo.it)
Edizioni Musicali: Lungomare / Jois
Distribuzione: Universal Music Group
Management: Astralmusic Giulia Cappella (giulia@astralmusic.it)


giovedì 24 agosto 2017

R.O.F 2017


Le siège de Corinthe

tragédie lyrique di Luigi Balocchi e Alexandre Soumet, 
musicato da Gioachino Rossini nel 1826


(Adriatic Arena 10 agosto 2017, prima)

A cura di Giosetta Guerra

Dov’è Corinto? Io non lo trovo!

A dire il vero mi sarei aspettata qualcosa di più spiazzante da La Fura del Baus, che ha curato il progetto di regia, invece la scenografia (pressoché fissa negli elementi di base) ideata da Carlus Padrissa, responsabile anche della regia, soddisfa l’occhio, perché è bella, luminosa, trasparente, pulita, originale, sobria, anche se d’impatto ha poco da spartire con un assedio, con Corinto, con la Grecia. Non mi sarei meravigliata se avessi visto passare con andatura senza gravità un astronauta o spuntare da dietro le mura di vetro Oberon e Titania circondati dagli elfi e dalle fate o la regina della notte con le tre dame. Mura, tipo nuraghi, costruite con boccioni di plastica incolore, uno sopra l’altro col fondo circolare verso la platea, seguono una linea frastagliata ed irregolare, si restringono a volte per formare delle nicchie, che potrebbero raffigurare la cittadella o il padiglione di Maometto. 
Come riferimento alla Grecia, sul fondale celeste chiaro scorrono i versi bianchi (quasi illeggibili, chiaro su chiaro)  in quattro lingue di Lord Byron, disturbando l’ascolto. Il cielo all’arrivo di Maometto coi Turchi è agitato da un caleidoscopio di nuvole colorate, da proiezioni di disegni e di scontri di masse liquide che invadono anche il palcoscenico, alla fine s’incendia di rosso e crollano le mura. 
Il disegno luci di Fabio Rossi crea effetti scenici bellissimi, dalla trasparenza del vetro alla densità dei colori e dà spessore agli elementi scenografici e pittorici di Lita Cabellut, ideatrice anche dei video e dei costumi, indefinibili, specialmente se visti da lontano, anche a causa della poca luce in scena. La regia, fin troppo ricca e non immediatamente comprensibile, marca eccessivamente l’amore per l’arte del sultano, invadendo palcoscenico e platea con enormi brutti quadri, fortunatamente non sempre in vista; 
calca la mano sull’ onnipresenza dei boccioni, portati attraverso la platea in palcoscenico, dove una grande vasca raccoglie l’acqua versata anche sulla testa dei corpi immersi, 
e agitati attorno a Maometto o usati per offesa/difesa negli scontri; dilata l’azione sulla passerella attorno alla fossa mistica e in tutta la platea, usandone pure le vie d’accesso. Il coro, perfettamente inserito, spesso staziona ai lati della platea coi boccioni in mano, crea belle figure d'insieme, statiche o in movimento, in palcoscenico  o sul boccascena, dove osanna il sultano con le braccia alzate (vaga reminiscenza pizziana).
















Suggestive e spettacolari alcune immagini, come il movimento ondulatorio della braccia incatenate dei coristi, che si vede solitamente nella danza classica. Non si capisce invece il senso di quelle gambe all’aria che spuntano dal pavimento, come si vede nel nuoto sincronizzato.





Nonostante una regia non sempre chiara e un po' ingombrante, sul piano visivo si è raggiunta una bella spettacolarità. Ma il regista, ahimé, perde l'occasione di una spettacolarità completa, eliminando la rappresentazione dell'imponente ballo delle nozze. Solo qualche presenza guardinga di difficile comprensione anima la lunga e bellissima pagina di musica per le danze. 
Sul versante musicale l’ottima prestazione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, del direttore Roberto Abbado, del Coro del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, preparato e diretto da Giovanni Farina, ha reso giustizia alla magnificenza della musica di quest’opera, sorella quasi gemella di Maometto II.
Le siège de Corinthe, tragédie lyrique di Luigi Balocchi e Alexandre Soumet, musicato da Gioachino Rossini nel 1826 (quando nasceva il tenore Mario Tiberini), è musicalmente trascinante, l’orchestra della RAI è sempre presente in modo delicato a sostegno delle voci, è leggera e frizzante nella lunga e magnifica pagina delle danze (non danzate, ma sporcata da una paccottiglia di colori), le varie sezioni orchestrali rispondono appieno al gesto preciso e alle intenzioni del direttore Roberto Abbado, animato da sacro amore per Rossini e da profonda conoscenza della partitura.
Sul piano vocale, le voci sono ancora immature per le esigenze di tali ruoli, che richiedono spessore, possenza, intensità vocale e teatrale. Sono tutte corrette nella sostanza e nella forma, però mancano di potenza e incisività del suono. I cantanti sono preparati e si prodigano con generosità, ma permangono alcune incertezze.
Il bass baritone Luca Pisaroni (Mahomet II) è stato coraggioso ad accettare un ruolo alla Ramey. La sua voce sembra di bel colore ma deve acquisire maggior solidità e sicurezza. Il personaggio di Maometto deve uscire con più determinazione sia nel gesto che nella scansione della parola e nella proiezione del suono. Pisaroni manque de puissance intérieure, anche se il canto è corretto.
La protagonista Nino Machaidze (Pamyra) è deliziosa e luminosa in tessitura acuta e precaria in zona grave dove il canto risulta chiuso. Avendo un mezzo vocale agile e un buon dosaggio del fiato, affronta con slancio il canto di coloratura in acuto, dove esce anche qualche strillo.
I due tenori hanno timbri simili e tecniche di canto da raffinare.
John Irvin (Cléomène padre di Pamyra), tenore leggero dalla voce chiara, esegue bene gli sbalzi e gli acuti. Sergey Romanovsky (Néoclès, pretendente di Pamyra) ha una vocalità abbastanza consistente, che usa con generosità, a volte stringendo o sforzando il suono. Dignitosi anche il tenore Xabier Anduaga (Adraste), Carlo Cigni (Hiéros), il baritono Iurii Samoilov (Omar), Cecilia Molinari (Ismène). Il Coro del Teatro Ventidio Basso ha dato prova di maturità artistica e di ottima preparazione vocale, oltre ad una padronanza del palcoscenico anche in azioni poco ortodosse per una massa corale.
  

PESARO Adriatic Arena - 10, 13, 16 e 19 agosto 2017, ore 19.00
LE SIÈGE DE CORINTHE
Direttore Roberto Abbado
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Progetto Regia La Fura dels Baus
Regia e Scene Carlus Padrissa
Elementi scenografici e pittorici, Costumi e Video Lita Cabellut
Luci Fabio Rossi
Coro del Teatro Ventidio Basso
Maestro del Coro Giovanni Farina
Nuova produzione 









(Credito: Studio Amati Bacciardi)






lunedì 7 agosto 2017


dr.gam



ANOTHER FAMILY 


LIVE TOUR


A GRANDE RICHIESTA 

DR.GAM TORNA A

TORBOLE SUL GARDA (TN)

DOMENICA 13 AGOSTO 2017

 al Wind’s Bar








DR.GAM torna, a grande richiesta, a Torbole Sul Garda (TN) per un secondo

appuntamento domenica 13 agosto al  Wind’s Bar. 

Dopo i successi nel centro Italia, dr.gam torna nella splendida cornice trentina del

Lago di Garda per un bis all'interno del suo “Another Family live tour” che 

concluderà la parte estiva in Ottobre in Spagna.

È attualmente in radio “Ritmo ideale” (https://youtu.be/RoIVhjp0HAM), terzo

singolo, per la prima volta in italiano, estratto dall’album “Another Family”, che 

racchiude tutto il percorso artistico di dr.gam: i tanti live eseguiti lungo lo stivale 

e all’estero, i suoi viaggi, le sue collaborazioni con numerosi musicisti di molte parti 

del mondo e la sua ricerca compositiva.

ANOTHER FAMILY”, di cui dr.gam è anche produttore, è un disco poliedrico 

composto da dodici tracce pop con contaminazioni reggae, jazz, funky e 

rock. 

L’album, frutto di quattro anni di lavoro in studio con musicisti italiani ed 

internazionali, accolto molto positivamente dalla critica nazionale, verrà eseguito 

dal vivo anche in Spagna a Ottobre e ristampato prossimamente in USA e 

Canada.

«Ho avuto sempre la visione del mondo come la nostra casa e noi tutti facenti 

parte di una grande famiglia - racconta dr.gam - più dinamica, stimolante, 

varia, costruttiva, piena di differenti amori e colori, che anche se vissuta 

appieno per tanto tempo non possiede le insidie della gabbia o del clan che 

invece la famiglia classica può nascondere. "Another Family", in generale, è 

un concetto che non ha bisogno di troppe spiegazioni per chi, come me, la 

famiglia canonica non se l'è mai formata e nel peregrinare di luogo in luogo, 

raccogliendo pezzi di vita condivisi con iniziali sconosciuti, si è creato la sua 

"altra famiglia"».

È disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e sulle principali 

piattaforme di streaming “ANOTHER FAMILY(edizioni Lungomare srl-Jois 

snc/distribuzione Universal),il primo album di inediti del cantautore e produttore 

marchigiano dr.gam(Andrea Gamurrini).

dr.gam è il nome d’arte del cantante, chitarrista, compositore, autore e produttore 

marchigiano Andrea Gamurrini, dove il cuore del nome e la testa del cognome 

vengono scelti come essenza della parte più passionale e quella più razionale, la 

più intima e la più cerebrale di un mondo svelato in entrambe le sue facce. Nato a 

Fano ma riminese d’adozione, la passione per la musica inizia all'età di cinque anni 

con lo studio della lingua inglese e del pianoforte per poi proseguire con la chitarra 

classica all'età di dieci frequentando il conservatorio "G. Rossini". Di lì a breve 

comincia ad avvicinarsi ad altri generi musicali venendo totalmente rapito dal 

multiforme universo sonoro anglo-americano, e giovanissimo, si stabilisce a Rimini 

dove inizia una serie di collaborazioni con innumerevoli musicisti italiani ed 

internazionali, comparendo in diversi albums e compilations. Nel 2012, dopo un 

tour tutto italiano di 120 date durato due anni conseguente all'uscita dell'album live 

"The New Medicine Show" (Vallemania Records), inizia anche il suo percorso di 

produttore, inaugurando gli studi della "White Coal Productions". 

Contemporaneamente, sotto la guida di Velio Gualazzi (padre di Raphael Gualazzi) 

che lo scopre durante un live, inizia a lavorare al suo primo album di inediti 

"Another Family", uscito il 25 novembre 2016 con distribuzione Universal Music.



Milano, 4 agosto 2017

Ufficio Stampa: Parole & Dintorni – Gabriele Compierchio (press1@paroleedintorni.it)
Promo Radio: Tune Fit – Stefano Predolin (stefanopredolin@yahoo.it)
Edizioni Musicali: Lungomare / Jois
Management: Astralmusic Giulia Cappella (giulia@astralmusic.it)